I MULINI DELLA SERENISSIMA.
Edifici nelle aree rurali nella Repubblica di Venezia: ville, mulini, frantoi. Una prima ricerca in Istria, Creta e Veneto.
Il progetto si prefigge l’obiettivo di avviare una ricerca sulla tematica poco indagata, e poco conosciuta, riguardante la presenza di strutture produttive ed abitative ad esse collegate, durante il periodo della Repubblica di Venezia. Sono molteplici gli edifici che ancora oggi testimoniano l’attenzione introdotta per lo sviluppo delle attività agricole e la trasformazione dei prodotti (in particolare dell’olio, dei cereali e del vino). La ricerca, sarà condotta nei territori dell’Istria, di Creta e del Veneto, puntando ad avere un primo data base di queste strutture nei territori dello “stato da tera” e dello “stato da mar” e si pone anche l’obiettivo di capire se esistano contaminazioni di saperi costruttivi o gestionali che abbiano in un qualche modo caratterizzato in questi ambiti i territori della Serenissima.
LʼIstria, come la pianura veneta e friulana, è caratterizzata dalla presenza di numerose abitazioni rurali (stanzie o cortine, case dominicali di campagna, ville) e di molti edifici per la lavorazione dei prodotti agricoli, mulini e frantoi in particolare. Per quanto riguarda le abitazioni rurali, a differenza delle ville venete e friulane che si conservano per la maggior parte dei casi inalterate, la sorte di quelle istriane non è stata così benevola e su di esse vige una specie di damnatio memoriae. Alcune risultavano già trascurate nei primi decenni del Novecento, altre vennero danneggiate durante la Seconda guerra mondiale, ma il lento e inesorabile declino/stravolgimento avvenne dopo il 1954, quando le stesse furono nazionalizzate, espropriate ed affidate agli ex coloni e/o a persone che si sono insediate senza conoscerne le caratteristiche e funzioni originarie. Ancora oggi le ville più belle e rappresentative, anche se poste sotto tutela, versano in gravi condizioni di degrado e sono in attesa di un degno restauro e riqualificazione. Di proprietà dei nobili locali (o in alcuni casi gestiti della realtà ecclesiastiche) erano invece le strutture dei mulini, sorti lungo i fiumi Risano, Dragogna, Quieto e gli esigui torrenti suoi affluenti, dei quali oggi rari sono i casi in funzione, mentre per la maggior parte versano in cattivo stato o vi rimangono pochissime tracce.
A Creta, nell’area del Comune di Apokoronas , nella parte occidentale dell’isola, durante il periodo Veneziano si sviluppò una fitta rete di strutture per la lavorazione dei prodotti agricoli, principalmente grano e olio, che è ancora oggi una delle principali attività dei residenti .La grande ricchezza di acqua corrente della zona contribuì alla creazione di una rete di mulini ad acqua in luoghi dove si coltivava principalmente il grano. Si tratta di strutture a volta, su o vicino a fiumi o altre fonti alimentate dall’acqua. Allo stesso tempo, in molti villaggi furono costruite edifici simili con presse meccaniche per la produzione di olio (frantoi). La maggior parte è stata costruita durante il periodo veneziano e ha continuato ad essere costruita nella stessa forma fino all’inizio del XX secolo
Per quanto riguarda il Veneto l’attenzione sarà posta in particolare sui mulini ad acqua dato che la loro presenza si è nel tempo strettamente legata alla gestione della sicurezza idraulica non solo dei fiumi direttamente ed indirettamente afferenti alla laguna ma con ciò stesso alla difesa della laguna e alla tutela della sicurezza della città, tanto da coinvolgere diverse competenze e magistrature repubblicane. In epoca repubblicana quindi, I mulini, e in particolare i tanti mulini dei fiumi di risorgiva che scorrono tra le attuali provincie di Treviso, Venezia e Padova assumono in questo senso una sorta di unicum storico, architettonico, economico sociale e ambientale. Sono quasi una cinquantina quelli che ancora, pur se smessa l’attività di macina, sopravvivono più o meno inalterati nelle loro forme e che con questo progetto si punta a censire individuandone le caratteristiche e le locazioni anche proprio in funzione della complessiva gestione idraulica del territorio.